L’IMPORTANZA DELLA CROCE

Il mare era in tempesta e tra tuoni, onde alte e fulmini, la nave era sbattuta qua e là senza più nessun controllo. Nessuno dell’equipaggio aveva dato ascolto a quelli che dicevano che non era il tempo per prendere il largo a causa del mare in burrasca e così che tutti si ritrovarono a dover affrontare il loro destino. Dopo circa un’ora, dove ogni marinaio lottava per tenere la nave nella giusta rotta, fu sbattuta con violenza contro gli scogli formando un grosso squarcio nella poppa, iniziando così a imbarcare acqua e piano, piano, ad inabissarsi. Romeo era il mozzo di bordo, al suo primo viaggio; la paura lo assalì in modo così forte, che mentre, la nave sprofondava nel buio della notte, il ragazzo sentendosi oramai spacciato chiuse gli occhi e poté solo pronunciare queste poche parole: «Mio Dio, metto la mia vita nelle Tue mani, se Tu davvero esisti, salvami!» Quando riaprì gli occhi, Romeo era a riva poggiato su di un pezzo di legno a forma di croce al quale si era aggrappato e sul quale trovò scritto: ”ECCOMI” 

Dai tempi di Gesù’ fino ad oggi, molti increduli si sono chiesti perché, sebbene Egli avesse il potere di guarire e liberare, non è sceso giù da quella croce, salvando la propria vita e mettendo a tacere quelli che dubitavano: «Tu che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi giù dalla croce!» (Matteo 27 verso 40), ma fino alla fine ha subito quell’ingiustizia in silenzio e intercedendo anche per tutti loro: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Luca 23 verso 34) 

Ebbene, la storia di oggi è la risposta più concreta che possiamo darvi: quella croce è stata necessaria per acquistare la salvezza di tutti i perduti, la mia e la tua salvezza, liberandoci dalla condanna del peccato. In qualsiasi tempesta tu ti stia trovando…fisica…economica…sociale o famigliare…ricorda che quel prezzo è stato pagato anche per te; quindi, non esitare grida il Suo Nome, e Gesù ti darà soccorso e ancora oggi sentirai dire come a quel cieco: «Che cosa vuoi che ti faccia?» (Marco 10 verso 51).

DIPENDE DALLE MANI

«Nelle tue mani rimetto il mio spirito; tu m’hai riscattato, o Signore, Dio di verità»

(Salmo 31 verso 5)

Un pallone da basket nelle mie mani vale 20 euro nelle mani di Michael Jordan vale circa 30 milioni di euro… dipende dalle mani in cui si trova. Un bastone nelle mie mani mi accompagna in montagna, un bastone nelle mani di Mosè divise il Mar Rosso … dipende dalle mani in cui si trova. Una fionda nelle mie mani è poco più di un giocattolo, una fionda nelle mani di Davide abbatté Golia … Dipende dalle mani in cui si trova. Due pesci e cinque pani nelle mie mani sono una buona merenda due pesci e cinque pani nelle mani di Dio sfamarono una moltitudine di persone … dipende dalle mani in cui si trovano. I chiodi nelle mie mani possono produrre solo dolore, nelle mani di Gesù Cristo hanno prodotto salvezza per il mondo intero … dipende dalle mani in cui si trovano.


Come vedi, tutto dipende dalle mani in cui le cose si trovano.

Allora metti i tuoi ragionamenti, le tue preoccupazioni, le tue paure, le tue speranze, i tuoi sogni, la tua famiglia e i tuoi rapporti con gli altri, tutto, nelle mani di Dio perché tutto dipende dalle mani in cui si trovano. SE SIAMO NELLE MANI DI DIO … allora lì, SIAMO AL SICURO.

NON DISPREZZARE LE DIFFICOLTA’ CHE INCONTRI

«Allora Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni verso di me con la spada, con la lancia e con il giavellotto; ma io vengo verso di te nel nome del Signore degli eserciti, del Dio delle schiere d’Israele che tu hai insultate» (1 Samuele 17 verso 45) 

Davide senza Golia sarebbe rimasto un semplice pastorello. Davanti al gigante ebbe modo da dimostrare che L’Iddio che era con lui e che Davide conosceva molto bene, era più forte e più potente del Filisteo e non ebbe timore di affrontarlo nel nome dell’Eterno degli eserciti! Conosci il prosieguo della storia che cambiò letteralmente la sua vita. A volte ci troviamo davanti a determinate circostanze in cui dobbiamo dimostrare con la “fede” chi siamo e a Chi apparteniamo. «Davide diventava sempre più grande e il Signore, il Dio degli eserciti, era con lui» (2 Samuele 5 verso 5-10)

 

ATTEGGIAMENTO ACCOMODANTE

 

Vi è mai capitato di conoscere qualcuno che abbia nei confronti degli altri un atteggiamento rimesso, mai in disaccordo e costantemente condizionato dal giudizio degli altri? Solitamente chi ha questo tipo di comportamento ha il timore di perdere qualcosa che dipende dall’approvazione degli altri. Vi ricordate il celebre personaggio interpretato da Paolo Villaggio? Quel poveretto ne passava di tutti i colori proprio perché non era capace di farsi valere, e veniva calpestato da chiunque incontrasse.


Spesso capita anche ai credenti di non essere in grado di battersi per la verità! Si ha paura di essere additati e giudicati dagli altri, quindi non si ha il coraggio di intervenire per rivelare la propria disapprovazione in merito a certi argomenti. Alla luce della parola di Dio, noi non possiamo tacere dando quasi l’impressione di essere d’accordo, ma dobbiamo difendere a gran voce la verità. Negli ultimi tempi la moralità sta scendendo a livelli a dir poco allarmanti. Ciò che è giusto passa per sbagliato e viceversa «Guai a quelli che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e dolce in amaro» (Isaia 5 verso 20). Siamo luce e sale di questo mondo non possiamo restare a guardare. Nel Vangelo di Matteo al capitolo 11 verso 12 è scritto: «Dai giorni di Giovanni il battista fino a ora, il regno dei cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono».


Questo non vuol dire che dobbiamo diventare dei violenti, ma che dobbiamo avere il coraggio di difendere a gran voce ciò in cui crediamo, senza avere paura delle conseguenze, poiché il rischio è che questo mondo che va sempre più alla deriva porti con se il maggior numero di persone, e noi che conosciamo la soluzione affinché ciò non avvenga restiamo impassibili a guardare.